CORREZZOLA

Correzzola ed il suo territorio La corte benedettina

Il nome di Correzzola deriva da “corrigium”, striscia, lingua di terra emersa tra le lagune. Il territorio già nel periodo romano, ha una sua definizione precisa e costituisce parte del reticolato romano a sud-est di Padova. A Correzzola, nei pressi del fiume Bacchiglione, che qui segnava una grande ansa, sorge l’antica Corte Benedettina. Un tempo sede amministrativa di un esteso fondo dei monaci benedettini di S. Giustina di Padova che nell’opera di risanamento e di trasformazione del territorio, si spostarono dalla vicina corte di Concadalbero, centro del feudo acquisito nel 1129. Un centro direzionale Monastico unico nel suo genere. La Corte Domenicale, costruita dal XV al XVII secolo, si sviluppa lungo il corso del fiume e presenta diverse aie. La Cellelaria, con al residenza abbaziale e l’abitazione dei Monaci costituisce la “Corte di transito”. Una cantina detta a suo tempo “delle tre navate” e il soprastante granaio, delimitavano la seconda corte, dove in passato si trovava una grande aia lastricata per essicare i cereali. La terza Corte detta “ara delli marangoni” (artigiani),era dominata da lunghi porticati, con granai e ricovero al piano terra per macchinari e attrezzi. a sud della “Corte di transito” si trova la “Cappelletta di casa” ora sede della Biblioteca Comunale, mentre a delimitare l’aia centrale si innalzava la scuderia di vaste proporzioni con le sue dodici arcate a tutto sesto. Altre Corti minori come quella “delle legne”, le abitazioni per gli artigiani, i pozzi, la fornace, con le sue “are”, il forno, i luoghi per la distillazione dell’acquavite, gli spazi per i tessitori,i depositi, il giardino, l’orto, il brolo con il frutteto, i pollai, complettavano l’esteso spazio segnato dal fume e arricchivano di movimento ed operosità il centro direzzionale e monastico. Con l’avvento di Napoleone in Italia, la Corte con il suo territorio di quasi 13.000 campi (pari a 52 Km2), suddivisi in possessioni e organizzati con casa colonica in muratura, passa nel 1807 alla famiglia Melzi D’Eryl di Milano che la tenne per più di un secolo. Attualme la proprietà è stata smenbrata, ma il territorio conserva ancora moltissime testimonianze dell’assetto che i benedettini gli avevano dato: la canalizzazione, la rete viaria, le architetture rurali decorate da una serie di stemmi dell’ordine dei benedettini prima e dei Melzi D’Eryl poi.